Mi ricordo quando il mondo boccheggia come il pesce, con la rete o con l’amo, tirato a forza dalle acque marine, di fiume o di lago. Qualcuno diceva di aver visto il pesce nel barile, qualcuno adombrava le strette sardine, mentre altri e altri ancora, come dice la modernità, semplicemente, nella vaschetta, tipica delle case, posta tra la cucina e il soggiorno. Don Pasquale Amalfitano, lui il pesce, lo ha visto dibattersi e muoversi con frenesia sulla banchina e poi, più drammaticamente, sulla sabbia come se presagisse d’essere impanato o imbiancato di farina. Il passo è breve dalla padella alla brace o alle fauci del gabbiano fuggitivo nelle discariche a cielo aperte delle città. La rete e il ricordo.