Eccolo, il filo che ti porti dentro, appresso e probabilmente nel sangue, nelle vene. Sia la linea sia il filo sono materia, seppur invisibile. Hanno un ruolo non secondario nel vivere di ognuno. Il colore del filo e della linea sono determinati dal proprio sguardo, gli occhi. Più si va avanti nella vita più essi sembrano svaniscono nel quasi indifferente della giornata. Più ci sfuggono più crescono dentro di noi con le loro propaggini esterne collegati alla materia. Molti preferiscono pronunciare parole quali anima, spirito. Essenza che muore. E si aggrappa alla costruzione di una ragnatela, ma la ragnatela del nostro corpo è fragile, ma non perché lo siano i fili sottili e lucenti della ragnatela. E li vedi riaffiorare in certi momenti della giornata e per certuni nel corso certo non statico della notte la linea e il filo. Resta sempre a te seguirli, coltivarli, curarli come se fossero semi e fiori e piante e alberi sotto il sole, alla luce quasi fredda della luna e alle ombre che densamente s’accovacciano.