Vai, ti dice il sole a prima mattina. Corri nei metri che devi attraversare. La luce inonda i tuoi seni, i pantaloni aderenti. Vai, ti dice l’acqua quando bevi un bicchiere dalla fontana di casa tua. Le piante sui balconi si affacciano al tuo andare. Vai, ti dice il cielo vestito dei colori del giorno. Le zone buie dei cortili e degli androni, dei vicoli e dei fondaci e delle lune storte della notte. Vai, ti dice il lavoro. Colleghe e colleghi aspettano il tuo l’arrivo per parlare delle solite cose. Forse. Di certo, sono pochi spazi per parlare della terra che gira senza un affanno, o forse si?, con la precisione di un orologio svizzero, in fondo, ha poco importanza per la maggioranza. Forse non si cura nemmeno il proprio orticello con nuvole così gonfie o secche aride di latte. Appena arrivi ti offrono il caffè che sarà sorseggiato tra un’ora o forse due. Dipende. C’è il lavoro da sbrigare e poi via alle tre. E il mare? Il fiume? Il lago? I percorsi invisibili dell’acqua? A monte e a valle nelle vene di madre terra? Si, il mare, solo il mare, sempre. E’ il mare che ci fa credere che l’acqua ci sarà sempre. Così come esisti tu,;così come esiste il sole; così come esiste l’amore.
Vai, ti dice il sangue. Vai, ti dice la vena aorta. Vai, ti dice ciò che ti spinge e ti aspetta. Vai.