La comodità. Quando sono morto

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Quando sono morto è stato inevitabile, questioni puramente di cuore e di colecisti, ma pure attraente, forse sia snob che chic: osservo il mondo intorno a me e anche lontano da me, come se fossi piantato in alta montagna. O al balcone. Oppure davanti casa, seduto a terra spalle alla parate, insieme con mio cane nero. E me la prendo comoda. E’ notte.

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La comodità. Quando sono morto

6 pensieri su “La comodità. Quando sono morto

  1. Uà, LAURALU’, mi hai toccato ‘o core. Facciammo accussì: venerdì sera jamm’ ‘nziem’ ‘o San Paolo. E prima ‘e trasì dint’o stadio ce magnammo ‘na grande pizza fritta. Oppure ‘na sfugliatella. ‘O ‘nu spaghetto cu ‘e vongole abbascio Marechiaro. O anche dopo la partita c’è una pizzeria vicino al centro Rai ca fa ‘na pizza bbona assaie. Accussì festeggiamo. Forza Napoli Sempre.

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