E mi sono svegliato in un mare d’acqua, sudore e lacrime. Ho urlato ma nessuno mi ha sentito, e forse, non ho urlato e l’urlo mi è rimasto in gola. E piangevo per una doppia perdita. Mi sono svegliato di soprassalto e Sandro, il mio cane, mi è saltato sul petto e ha iniziato scodinzolare, saltare sul letto di qua e di là e a leccarmi dietro le orecchie, sulle labbra e in faccia. E così mi sono alzato e diretto in bagno ed ero davanti allo specchio ancora preso dal sonno. Sandro, contento e scrollandosi i peli, mi ha seguito.
Ho sentito che bussavano alla porta, Sandro ha iniziato ad abbaiare quando sente il campanello di casa. In un primo momento guardando nell’occhio di vetro non c’era nessuno. Sono ritornato in bagno ed ero di nuovo davanti allo specchio. Sandro era al mio fianco e improvvisamente l’ho visto che era finito nel cesso e veniva risucchiato dentro sempre di più. Di scatto, urlando, l’ho preso per la coda, ma precipitava ancora di più. Il tempo si è fermato in quel gesto. Hanno bussato di nuovo alla porta. Non so come ma ci sono andato. E Sandro che fine ha fatto? mi sono chiesto ma senza chiedermelo. Ero in preda allo spavento. Ho aperto la porta di casa e c’era un commissario femmina, a dire il vero molto bella, con le labbra carnose, piene di rossetto rosso con due poliziotti.
Lei è il signor Edmondo Navarra?
Si.
Io sono la commissaria … Lei è in arresto, dice lei.
Sono rimasto senza parole, venga con noi.
Lei è la commissaria Giulia Rossini?
E come fa a sapere il mio nome e cognome?
L’ho appreso dai giornali.
Si vesta e venga con noi.
Perché sono in arresto?
Questo non posso dirglielo.
Da ieri sera alle sei a stamattina sono stato sempre qui a casa.
Hanno trovato una ragazza morta, bella, le labbra carnose e piene di rossetto rosso. Il telefonino della vittima segnala che l’ultima chiamata è stata fatta a lei con nome e cognome compresi.
Come le ho detto sono sempre stato qui.
La vittima si chiama Armida Passante, lei la conosce o la frequentava?
Si. E’ la mia amante. L’ultima volta che l’ho vista è stato ieri mattina in piscina, poi una volta andato via, non l’ho né rivista né sentita la telefono. Ci siamo lasciato da un mese.
Mi sono ritrovato in bagno e poi di nuovo a letto. Sandro era accanto a me con le zampe all’aria. E dormiva beatamente. Ho raccontato a Roberta del sogno anzi dell’incubo. Poi lei mi ha chiesto chi era alla porta. Forse erano i soliti scocciatori in cerca di contratti.