Il marmo, lo scalpello, la carne e la penna

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Lo scalpello infrange fino all’osso le venature del marmo e sviscera la forma sublime; la penna sulla carta squarcia la carne, le vene, i muscoli, le cartilagine, il sangue, i pensieri. E il poeta?Il poeta estrae le parole come il bimbo bendato che pesca i numeri del dolore e dell’amore. E si mirano lontani lo scultore, colui che scrive e il poeta che mesce sogni.

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Il marmo, lo scalpello, la carne e la penna

Che stupido il cuore incorreggibile

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Davvero stupido e incorreggibile il mio cuore. Dopo che lei ha varcato l’uscio dell’istituto, subito mi sono girato e l’ho vista, mentre lui, questo tre volte cretino, batteva nel mio petto furiosamente. Meno male che gli altri non si sono accorti di nulla. Lei ha posato il suo sguardo su me sorridendo e io su di lei e ci siamo salutati. Le sono andato vicino mentre conversava con una sua amica e un estraneo e le ho chiesto:-Sei tornata di nuovo qui?- , ma con i suoi occhi di luce ha risposto di no e poco dopo è andata via. Lui, lo zimbello che batte, voleva dirle:- Ti penso sempre. Mi è successo anche ieri e stamattina. E poi … ti amo.- Lo stupido non contento recalcitrava: voleva correrle dietro e guardarla ancora, semmai baciarla. Per mia fortuna lui è incassato nel mio petto e non gli ho prestato le gambe e le mie labbra. A quel punto è calata una tristezza nera e mortale. Lui il cuore del mio cuore ha iniziato a strepitare e addirittura piangere, a quel punto per depistarlo e togliergli lei dalla testa, mi sono squarciato il petto con un coltellaccio da macellaio e gli ho mostrato quest’ultima foto, dicendo:

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-Vedi, non è il caso che stramazzi al suolo. E poi cosa diranno gli altri cuori quando vedranno il tuo capriccio nella sua orrenda bruttezza? Dai, calmati, usciamo di qui e vedrai donne davvero belle o dalla forte simpatia.-

Lui ci è cascato: mi ha seguito come un agnellino, appeso al cappio.

Che stupido il cuore incorreggibile

Lina, nelle unghie, la strenua difesa

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E c’erano molte zone del corpo di Lina che andavano di qua e di là, allora lei, così come raccontava, per non scontentare nessuna le chiamava e diceva:<<Tornate che ho delle cose che a vederle sono un piacere per gli occhi e per il cuore.>> Le zone del corpo, incuriosite, tornavano a Lina come ragazze festanti. A loro, in fondo, importava starle nei pensieri. E mentre lei moriva le lavarono le mani con acqua fresca a causa delle unghie depositarie della strenua difesa.

Lina, nelle unghie, la strenua difesa

Scrivere. Così veloce si accumula la vita

Opera di John Singer Sargent

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La scrittura, l’atto in sé di scrivere, è un faro a cui guardare sempre, praticandolo giorno per giorno come fa l’artigiano, anche quando c’è buio,stanchezza o perdita dell’orientamento. Quando si ha un dubbio, un incertezza, una dimenticanza, la mano impugna la penna e scrive. C’è sempre un angolo dietro a un altro. Scrivere è ritrovarsi sia nei giardini curati o abbandonati o nella selva del sottobosco e anche della foresta. Più lontana è la foresta, più chi scrive intraprende, incessante, il dipanarsi di sentieri vecchi e nuovi. Scrivere è come dipingere: lì, risaltano i colori, le forme e le proporzioni; usando la penna si rincorrono le immagini che nascono come se fossero neonati che strillano, piangono e si fanno accarezzare e cullare o stupire o impaurire, nel bene e nel male,come occhi al risveglio di un giorno e di un’ora qualunque. Tu per me sei scrittura, le vene, la lava, il sangue e innanzitutto me stesso. In te sono io, scrittura e passione.

Scrivere. Così veloce si accumula la vita