Ero malato. Eri la mia ossessione. Forse anch’io lo ero per te. Mi piacevano le tue mani segnate dal tempo. La tua voce un soffio roco e caldo che ricacciava indietro il ghiaccio.La tua bocca oscura. L’ovale del tuo viso insinuava i pensieri dei miei desideri. La tua carnagione bianca avallata dal nero del copricapo velato. I lampi dei tuio occhi. E le nere lacrime. Ero malato. Lei, tortura di echi. E così, malato, non potevo farne a meno.