Mese: Maggio 2019
Riavvolgere il nastro tra i ricordi e il presente, e forse, ascoltando le rumorose parti della storia tra il presunto alto e verosomiglinza del basso( il basso, ‘o vascio – da queste parti, cioé Napoli e provincia, – è un’abitazione). Loro, tu, io, noi. Camminiamo nel voto politico, antropologico e umano, troppo umano. Ma nei matrimoni, nelle comunioni e nei battesimi si fa festa al ristorante, oltre che mangiando, ascoltando musica, specie locale, in dialetto e ci sono tutti quei cantanti delle scuderie dei neomelodici. E si balla. Insieme ai debiti.
Oggi. Adesso. Ora.
Strettamente legati, per quanto invisibili, al passato.
Il passato non passa mai perché sono un mucchio di pietre da contare una per volta.
Ci sono sempre richiami e differenze fra ieri e l’adesso che spesso, incredibilmente,
sembra e appare immutabile come il cielo e la lava dei vulcani nelle loro evoluzioni.
Come siamo arrivati a votare la Lega di Salvini(l’uomo solo al comando e i suoi
prodi)considerando che è un partito culturalmente(o di sottocultura, ma comunque
cultura a modo suo) razzista e exnofobo, eppure molti anni fa Pino Daniele Cantava La
Lega è una vergogna?
Quel quasi 35% lava la Lega dalla vergogna passata, presente e futura …
e lo stesso proletariato, tra cui giovani, donne anziane e uomini avanti negli anni.
E la vita che ognuno ha visstuot e la storia passata, appena di vent’anni fa e presente,
non ci ha “inseganto” né detto nulla?
O solo per uscire dalle secche la Lega di Salvini è l’unica(appare l’unica)via d’uscita.
E poi ci sono le spese pazze(meglio dire da furbetto)del povero miserabile vice ministro
legghista(secondo condannato preso col le mani nella marmellata delle passerelle Tv).
Questione morale o moralegginate?
Antropologia morale?
Morale cristiana?
Moralismo di onesti trapassati?
Leghisti come Nuova Classe Dirigente(o ex equo Digerente) Nazionale dei Padroni?
E la sinistra?(lasciamo stare i comunisti che sono talmente divisi che non esisteno più).
Sta altrove, ormai ha abbandonato i poveri, il proletariato e le moltitudini al Destino.
Ecco, stiamo benem staimo freschi. Infatti qui piove, maggio finito, che non la smette più.
Ma che ci vuoi fare? non ci sono alternative, e poi, – Salvini è giovane, – ha detto Stefano
che di anni invece ne ha trenta. Chissà se anche lui, intendo Stefano, sia nato negli anni
‘3o. Forse no, infatti l’ho visto proprio stamattina in palestra che parlava con Alberto il
settantenne che qualche tempo fa(paleolitico?)parafrasando e cantando diceva: -Meno
male che … Renzi c’è. – e Marrittiello rabbiso aggiungeva: – Poi te ne accorgerai.-
L’inconsolabile donna vinta e perduta nel sogno ir-realistico del grande ammore. Cosa che accade ad altre e anche ad altri.
La pelle di lei è ormai completamente ricoperta delle dell’inchiostro di ciò che hanno
scritto insieme. Col tempo è rimasta la pelle e l’inchiostro è sparito accussì ll’ammore.
Libri, autori, raffinatezza e volgarità. E vite. Istruzione. Sopravvivenza. Ignoranza.
Balzac è il primo narratore moderno a sfruttare l’inestimabile promiscuità tra realtà fisica e romanzesca, tra homo sapiens e homo fictus.
Secondo Proust il problema di Balzac è la volgarità, ma anche il suo fascino. Per Madame Proust è quasi un conflitto di classe.
Da un articolo, a proposito di libri classici, di Alessandro Piperno sull’inserto culturale del Corriere della Sera La Lettura
Fra le rose nere tu eri quella che aveva il sorriso nei capelli e parlavi di bellezza. Duilio ne rimase affascinato e la lingua rimase sbocciata per scoprirne i misteri.
Era di una bellezza tenebrosa. Come un bicchiere di vino avvelenato.*
*Luca Di Fulvio La figlia della liberta.
Il tuo canto curva che la voce è dio che si esalta nei versi di carne e ciglia di stella che piove luna.
Sono qui inchodato alla cornice della tua bocca. E leggo degli occhi i versi dispersi. E non mi capacito: è tutto lì, in te. Niente è andato via: tu, terra cielo quadro, Eva. Immortale creatura che struggi l’anima.
Nordì, Tu vuo’ fa’ ‘o figlio ‘e mappina. Si sciso d’a Polenta fino a ccà e hai ditto:-‘O ciuccio sta vulanno. E nuje avimmo aizato ‘e facce ncielo. – ma ‘a parlata toia nun è ‘a nosta: è busciarda e faveza comm’a tte.
La vita che non conosce il verbo rubare, devastare, distruggere, radere al suolo. E nè sottrarre agli animali il territorio …