Mese: settembre 2019
C’era il sonno della ragione, poi la rabbia. Dopo venne la prostituta di nome Poesia. E, incomprensibile, la carta e la penna. E, direttamente, dal nero passato, la scrittura.
Il ferreo ordine del cuore è incorregibile. Poi, sbilenco e infantile compie sette capriole.
Scese la notte. Seduto, leggeva il giornale
Quadri di Edward Hopper
-Ripeti.-
Silenzio.
-Cosa hai detto?-
Silenzio.
-Ripeti.-
-Nulla.- rispose.
Scese la notte.
Leggeva il giornale.
E l’anima migrò.
E la montagna nell’oscurità brontolava attonita con rumori cupi e sordi. E veniva giù a valle un uomo stremato, sbiancato.
E il mare calmo improvvisamente si alzò e noi disperati. E con occhi di paura a cercare di nuotare verso l’irragiungibile terra ferma.
Quadri di Joaquin Sorolla
Quadro di Ferruccio Rontini
Di soppiatto, solo per vederti, aspettavo.
Di soppiatto, solo per vederti, aspettavo.
Ero il gatto sul muricciolo del cancello.
Tu, però, non eri da meno. E aspettavi.
Sorniona, nelle tue movenze, catturavi.
Sono giorni questi che il mondo sei tu.
E scende la sera con i tuoi occhi di velluto.
Sognarsi e dirsi le cose nel sogno è la vita.
Ci sono giorni che il mondo è la tua bocca.
E non posso farne a meno se non morire.
Si vede l’azzurro indossato e l’azzuro del rifugio dell’anima. I timpani in ritirata e gli occhi sorridono con i lampi della vita.
In ognuno esiste un alberello di nome e di fatto. E in noi umani le lacrime odorano di resina.
Su uno dei marciapiedi sotto il palazzo dove abito, vidi piantare un piccolo alberello, il precedente fu distrutto l’incendiarono, adesso è cresciuto e a volte fuori al balcone oltre a salutarci ci mettiamo a parlare del più e del meno. Lui mi ha chiesto come mai rispetto agli altri tre delle fila che sono di uguale robustezza e altezza mentre lui è piccolo e magro. Gli ho detto del fuoco che appiccarono a quello prima di lui. Si è messo a piangere e le lacrime odoravano di resina. Lui mi ha chiesto come mi chiamo e così sia di mattina o durante la giornata o di sera ci salutiamo chiamandoci per nome. Lui dice Ciao Armando. E io dico Ciao Birillo. E ridiamo. Lui dice: -Perché sorridi chiamandomi Birillo?-
-Ti chiamo Birillo perché il birillo è un oggetto che sta in piedi ed è sempre in squadra con altri birilli. Con i birilli si giocare su una pista lunga e liscia, quano vanno giù si rialzano e non hanno ferite e non muoiono. I birilli sono messi uno accanto all’altro meccanicamente alla fine di questa pista. Dall’altra parte della pista ci sono due tre quattro giocatori che a turno impugnano una palla nera molto pesante cui sono stati praticati dei buchi per farci entrare le dita della mano destra o sinistra del giocatore. Ogni volta che un giocatore si inarca per dare forza alla palla lanciandola sulla pista cerca di colpire tutta la squadra dei birilli. I quali non sentono dolore quando la palla ne colpisce uno, due o addirittura quando cade tutta la squadra. Però, è un birillo a cui non viene dato fuoco. Allora Birillo ha sorriso e abbracciandoci ci siamo detti: – A stasera.-
Piume di tutto il mondo volando unitevi
Una piuma, femmina:in verità non saprei dirvi se esista la piuma maschio (per le piume maschi si deve fare tutto un discorso articolato sul piumaggio stesso), trascinerà, anzi sta aumentando come un fiume in piena, tutte le altre piume del sistema solare e si poserà e sgrotelerà le facce di pietra del sistema dei potenti, degli arroganti e degli sfruttatori per meri calcoli economici dell’intero sistema capitalista mondiale che se ne frega dell’umanità, degli animali e della natura. Oggi è la bella giornata di tuute piume.Ed ecco un nuovissimo incitamento: Piume di tutto il mondo volando unitevi.