Quella volta che andai con mamma a trovare quel signore, era la prima ma fu anche
l’ultima, che lei diceva essere mio padre, nell’ospedale sopra la collina dei Camaldoli,
quando il medico di guardia gli diedero il permesso di scendere tra i corridoi del
nosocomio e il cortile alberato, e dicevano, dall’aria buona perché salubre anche se in
inverno poteva fioccare la neve, ci ritrovammo giù nel sotterraneo dove gli addetti tra
sbuffi e aria calda, controllavano i tubi della caldaie, fu laggiù che incontrammo un
signore magro nel fisico e nella faccia ossuta e gli occhi per quanto riottosi sembrava
guardarti dentro.
-Buonasera Franz.- disse colui che si spacciava per mio mio padre tra l’altro secco come una mazza.
-Buonasera anche a te.- disse l’altro che parve sorridere impercettibilmente come un sismografo.
– Bunasera signora.:- disse mio padre che mi guardò mettendomi un braccio e la mano sulla spalla.
-Lui è l’ultimo dei miei figli, il più piccolo.Lei è Francesca mia moglie.- e si mise la mano nel fianco.
-Piacere signora. Lei è Milena.- disse ansando il signor Frank che pareva avere il ghiaccio nelle tasche.
E me strinse la mano che umidiccia forse tremò disse: – Papà Angelo è bravo è presto guarirà.-
Mamma mi guardò prima di salutare scambiandosi un abbraccio e baci sulle guance con la signorina Milena mentre diede la mano al signor Franz. Mio padre salutò entrambi e disse: -A dopo.-
-Grazie.- dissi e andammo nel grande giardino in cui mi padre o chi per lui era in posa per una foto.
E mamma ogni tanto la prendeva dallo scatolo dentro l’armadio. E ce la mostrava senza fiatare..