Cormac McCarthy, La strada

E’ un libro che da tempo ho messo nella lista dei libri da leggere, ma che non ho ancora letto. Devo colmare mancanza e vuoto. Tra l’altro di questo autore ho sentito parlare e letto recensioni molto buone, perciò una ragione in più per scoprirlo. Penso che vada letto sia per il covid che le rivolte di questi giorni negli Srtati Uniti, due aspetti che vedo molto legati tra loro. Ho letto da articoli di giornali che i suprematisti negano sia il covid e quindi anche le sars precedenti e sono contrari alle vaccinazioni. Motivi in più sia per stare attenti all’infezione attuale che alle vaccinazioni: quindi, credo che a settembre mi vaccinerò contro l’influenza. Ieri in un Tg nazionale fece vedere la storia di un tizio che diceva apertamente che covid-19 e simili era solo propagnanda dei governanti, per cui lui e sua moglie non usavano nessuna precauzione quando scendevano in strada. Risulatto, anzi, risultati: lui ricoverato ancora in ospedale e la moglie in rianimazione.

Chissà se adesso si sarà convinto non tanto del covid ma della propria stupidità … alla Trumpo, alla Johnson, alla Bolsonaro … e purtroppo tanti altri che vivono in condizioni disastrose.

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Cormac McCarthy, La strada

Entrai nella stanza, era in vestaglia, non ci conoscevamo, sorrise e disse: “Domani sera lavoro al Cavallo Bianco, uno locale a metà dei Ponti Rossi. Vieni, faccio la ballerina”. Nel pomeriggio le feci portare un mazzo di rose rosse. E immaginai il suo viso. E così attesi la sera del giorno dopo.

Carla Maria Maggi

CARLA MARIA MAGGI. L'ARTISTA RITROVATA – James Magazine

Entrai nella stanza, era in vestaglia, non ci conoscevamo, sorrise e disse: “Domani sera lavoro al Cavallo Bianco, uno locale a metà dei Ponti Rossi. Vieni, faccio la ballerina”. Nel pomeriggio le feci portare un mazzo di rose rosse. E immaginai il suo viso. E così attesi la sera del giorno dopo.

Che Dio ti benedica, James, e buona fortuna.

|…|ma tu non temere. Ho detto che è stabilito che tu marcisca in un ghetto perchè non ti  è concesso varcare i limiti imposti dal bianco, nè di pronunciare a voce alta il tuo nome; ma tu, come molti di noi, hai sfidato questi limiti, e per una terribile legge, per un terribile paradosso, quegli innocenti che pensavano di salvarsi tenendoti in catene hanno perduto ogni contatto con la realtà. Eppure quegli uomini sono tuoi fratelli, i tuoi perduti  fratelli minori. E se mai la parola “integrazione” ha un significato, è questo:che noi, con amore, costringeremo i nostri fratelli a vedersi per come sono veramente, a smettere di fuggire dalla realtà per incominciare a cambiarla. Questo, amico mio, è la tua patria, perciò non devi fartene cacciare; grandi uomini hanno fatto grandi cose qui, e continueranno a farne, e noi tutti abbiamo la possibilità di fare dell’America quello che l’America deve diventare. Sarà dura, James, ma tu discendi da una stirpe forte e contadina, da uomini che raccolsero cotone, atginarono fiumi, costruirono ferrovie e, alla mercè delle delle più spaventose circostanze, raggiunsero una dignità inoppugnabile e monumentale.  Tu discendi da un’antica stirpe di grandi poeti, tra i più grandi dopo Omero. Uno di loro ha detto: Quando credevo di esser perduto/la mia prigione tremò e caddero le catene. Tu e io sappiamo che il nostro paese sta celebrando il centenario della libertà con cento di anticipo. Noi non saremo liberi fino a quando gli altri non lo saranno. Che Dio ti benedica, James, e buona fortuna.

Tuo zio James

James Baldwin, La prossima volta il fuoco

 

 

 

 

 

Che Dio ti benedica, James, e buona fortuna.

Che noia stare quassù. A parte il dolore alle mani e ai piedi trafitti dai chiodi. Qui significa vedere, soffrire, tacere. La mia condanna è l’inerzia. Ecco perchè rifiuto santificazione e aureola. Non è vita. Ma neanche non vita.

Salvador Dalì

Christ of St. John of the Cross (1951)

Che noia stare quassù. A parte il dolore alle mani e ai piedi trafitti dai chiodi. Qui significa vedere, soffrire, tacere. La mia condanna è l’inerzia. Ecco perchè rifiuto santificazione e aureola. Non è vita. Ma neanche non vita.

Ogni addio è un cumulo di parole che il vento sparpaglia. Solo dopo, dopo i punti, le virgole e gli incisi, sbiaditi dalla poggia, vagheranno nel tramonto purpureo . E il sole spietato fissa le emozioni di oggi nel sasso sfarinato che il fiume dilava.

Felix Edouard Vallatton

Sintetico, svizzero, perturbante: Vallotton | il manifestoQuadri di Felix Edouard Vallotton | Posterlounge.itFélix Vallotton - SWI swissinfo.ch

 

 

 

Ogni addio è un cumulo di parole che il vento sparpaglia. Solo dopo, dopo i punti, le virgole e gli incisi, sbiaditi dalla poggia, vagheranno nel tramonto purpureo . E il sole spietato fissa le emozioni di oggi nel sasso sfarinato che il fiume dilava.

La stanza è rimasta sola(in fondo è la sua intima privata permanenza nel mondo), appare sospesa, vuota; qui la polvere e il grigiore sono il presente. Lidia ieri è andata via, diceva: “Basta, non reggo più questo nostro rapporto e neanche te, per quanto tu sia una brava persona. Ecco, finalmente, l’ho detto”.”Basta, non reggo più questo nostro rapporto e neanche te, per quanto tu sia una brva persona. Si, finalmente, l’ho detto”disse a sua volta Cesare. Ma non c’era nessuna differenza tra il grigiore e l’incendio, perché in entrambi i casi, rimane comunque la polvere degli anni.

Alcoba  by Isabel QuintanillaMavey after Mare left him (again)

 

La stanza è rimasta sola(in fondo è la sua intima privata permanenza nel mondo), appare sospesa, vuota; qui la polvere e il grigiore sono il presente. Lidia ieri è andata via, diceva: “Basta, non reggo più questo nostro rapporto e neanche te, per quanto tu sia una brava persona. Ecco, finalmente, l’ho detto”.”Basta, non reggo più questo nostro rapporto e neanche te, per quanto tu sia una brva persona. Si, finalmente, l’ho detto”disse a sua volta Cesare. Ma non c’era nessuna differenza tra il grigiore e l’incendio, perché in entrambi i casi, rimane comunque la polvere degli anni.

Carmè, ‘o saccio staje stanca. Ma p’a ggente d’e quartiere Carmela è ‘a figlia d’a Madonna. Pe vennere vaie giranno p’e viche ‘e Napule, ma po’ ‘a fatica, o cavero e ‘o sole forte t’avvenceno. Dint’e suonne te vene già ‘o desiderio ‘e ll’ammore; ammore p’a mamma e p’o pate. E ppo’ comme avesse vulute cunuscere sore e frate: chi sa addò campano e che vita fanno. Ma pure n’ata felicità le manca: chillo d’o nnammuratiello.

Una ragazza che vende tazzine e altri oggetti di ceramica si riposa in una strada di Napoli, verso il 1885.

 

 

Carmè, ‘o saccio staje stanca. Ma p’a ggente d’e quartiere Carmela è ‘a figlia d’a Madonna. Pe vennere vaie giranno p’e viche ‘e Napule, ma po’ ‘a fatica, o cavero e ‘o sole forte t’avvenceno. Dint’e suonne te vene già ‘o desiderio ‘e ll’ammore; ammore p’a mamma e p’o pate. E ppo’ comme avesse vulute cunuscere sore e frate: chi sa addò campano e che vita fanno. Ma pure n’ata felicità le manca: chillo d’o nnammuratiello.