A volte, e per mia fortuna o sfortuna, ammesso che tali categorie siano del tutto umane, mi capita di guardare le stelle, la luna, il mare morente, la sabbia infangata, le api morire a grappoli e l’uva rinsecchire al punto da stillare lacrime di veleno. O la nostalgia o la perdita di qualcosa, ancora di là da venire, sotto il cielo blu in cui non ci sono più tutte le stelle, ma incredibilmente, una soltanto. E addirittura, cosa trana, piange come una ragazza innamorata al primo amore umano, e nervosamente, qualcuno ridendo, aggiunge: “Ma è la pioggia, la pioggia che cade.”