Mese: marzo 2021
La musica continuava anche se era una serata strepitosa e il cielo prodigo di perle, tanto da lanciarle per aria, nello sfrigolio, coriandoli come battiti a perdifiato.

Profumo di pianta che inebria la fantasia
Quando in gruppo o in due e in tre, tra la primavera e l’estate , andavamo al campetto di calcio di via della Cisterna c’era una pianta rampicante tra un ingresso di una casa con le scale che portava a un appartamento e un basso che dava sulla strada. Erano due abitazioni molto diverse ma, probabilmente, le univa soltanto l’odore dei fori della pianta rampicante. E l’amico d’istituto Muzio innamorato di Alessandra e forse anche lei di lui, li univa quel profumo dei fiorellini chiamati, Mani della Madonna perchè era sotto la pianta rampicante che avevano fatta amicizia e scambiati i primi baci. Ed era proprio quel profumo a inebriarli, quasi a stordirli di tenerezze e promesse. E si concedevano baci lievi come voli di rondini pazze di vita e capriole. Poi tra loro, ma non si seppe mai il perchè, non avvenne nessun miracolo, per esempio quello di fidanzarsi e stare insieme per tuta la vita. E intanto tutti i ragazzi che passavano di lì, cogliendo almeno due i fiorellini, dicevano: “Oh, che profumo la pianta santa”. Anche perchè a qualche metro c’era una piccola cappella votiva della Madonna. E anche se sorridevano, perchè di lì a poco avrebbero dato sfogo al gioco e alla corsa, nei loro cuori c’era come un’ombra. E Muzio era partito in cerca di lavoro. E Alessandra non passava più accanto alla pianta rampicante perchè Il profumo, specie nelle belle giornate di sole e cielo azzurro, continuava a stordirla, inebriarla. E per rompere una sorta di incantesimo lei sapeva e aspettava che passasse il treno e rimettersi in viaggio.
Quando i giornali pubblicarono la notizia dell’incidente in cui perì l’intera sua famiglia, più i nonni paterni, l’unico a salvarsi fu lui e c’era anche la sua foto. E ancora dolorante e con gli occhi immensi di lacrime si guardò come nella faccia fissa dello specchio e timido, vergognandosi, pensò, Ero bello. E si lasciò avvolgere dalla disperazione. E non ebbe la forza di trattenere le lacrime sepolte insieme al cuore.

Antonio Mancini



Incipit di una fotografia di terra lontana.

Real diary(1687)Lucas Dewaele
Ero all’oscuro che tra il cielo di nuvole chiazzate di grigio, di nero e sprazzi di sole ci fosse il sottopasso del prato. O il modo di giungere al centro dell’anima. Almeno così dicevano le ombre dell’inizio della scala. O forse soltanto un errore di prospettiva. Come un sogno che di mattina prenderei con le molle nel suo gioco crudele dell’essere e non essere.
Sai, dicono che ci siano luoghi non luoghi. Considerazione abbastanza misteriosa un po’ come dire, Esisto e non esisto. Il che sfocia nella tragedia, muta e silenziosa. E, nessuno-, senza farne per nulla poesia-, più del cuore dirà il passaggio, in chiaroscuro, dei sentimenti. Pure perchè, più delle volte, i sentimenti, nella loro crudezza ancestrale, sono pura pornografia.



Possiamo guardare tutte le cose, ma ci sfuggono, rimanendo lì dove sono. Pare che ci chiamino. E aspettano come nuvole di passaggio. Pare ascoltare musica scritta dal silenzio. E non senza esserlo siamo gli autori. E le alte cime degli alberi e le foglie sospirare che donano applausi frenetici in combutta coi venticelli nell’anfiteatro del cieli, a campeggiare colori come di petali cremisi.


John Singer Sargent
Lassù, appena in alto

Edward Hopper
Le finestre
hanno occhi
infossati.
Una coppia,
rifugiandosi,
nidifica
raggi lunari.
Incipit di un romanzo noir. E dopo il fatto il cuore accelerò e divenne scuro come il nero di un pozzo. E fitto come l’intrico umido delirante del sottobosco. E più che pensare alla scena ne seguivano frammenti visivi come una fotografia andata in pezzi.

Edward Hopper
Incontri tra l’umano e l’animale, leggi cane.
Tematica ripresa dopo il commento dell’amica Antonella Garzonio che riferendosi al post precedente scrive: È bellissima. Sai I cani percepiscono subito le persone sensibili e chi li guarda con amore.
E’ stato un incontro bellissimo che mi ha davvero stupito. E mi ha donato molto piacere. Già nei mesi scorsi sono accaduti altri episodi. Mi è capitato un altro altrettanto bello. E che volevo raccontare. Mentre camminavo su un marciapiede, su quell’altro di fronte, oltre la strada abbastanza trafficata, c’era una signora che portava al guinzaglio il suo cane. Lui si è fermato e mi guardava. E la signora diceva, Dai muoviti andiamo. Ma non convinto voleva venire da me. E lei a dire, Ma cosa ti ha preso. Muoviamoci. Ho attraversato la strada e passando accanto ai due ho sorriso, ho mosso la mano in segno di saluto e ho detto Ciao. E sono andato via e lui si è girato e anche io ho fatto lo stesso. Avevo il sorriso sulle labbra. Forse la coppia che veniva incontro dall’altro lato del marciapiedi avrà pensato, Questo è un po’ scemo, ride da solo. Ma quello è stato il sorriso del cuore e comunicazione tra esseri viventi di cui solo uno è un cosiddetto umano.