Fotografie dal Blog KnockOut – ultimo round




Fotografie dal Blog KnockOut – ultimo round
Mi chiamo Mario e sono un cane. Forse vi racconterò la mia vita, anzi i miei pensieri, poiché me lo ha chiesto il barbone Enrico, Marta la sua ombra, Ninetta l’amante torinese e Cristofaro e Peppino l’orfano siciliano che si aggirano tra i marciapiedi della Stazione Centrale e anche di via Toledo piena di gente. Via Toledo è affollata di molti cani sciolti. Ognuno, esseri umani e cani, potrebbero raccontare la loro storia, ma vanno. E tacciono. Ecco, mi trovo spiazzato: loro chiedono a me di raccontarmi e loro invece niente: muti.
Grazie a nome mio e anche di Mario. Ho detto a Mario che ci hai regalato del cibo e lui come suo solito quando gli va a genio una cosa agita la coda e in verità, anch’io. Io e Mario più delle volte ci parliamo come due vecchi amici. Il fatto che lui non parla penso sia davvero una gran cattiveria e allora ho imparato ad esempio che quando gli piace una cosa da mangiare si lecca parte destra e sinistra della bocca, compresi i baffi. Quando gli pulisco con un po’ di carta igienica gli occhi, specie la mattina, lui si sdraia su un fianco e gradisce molto. Invece ringhia e mostra i denti quando gli pulisco anche i baffi, semmai dopo che ha mangiato. Se non sono io a farglielo lui va sui tappeti e si strofina e vuole che i complimenti. Spesso Mario mi guarda quando gli parla e si fa cocciuto perché vuole capire: ecco, se i cani, specie i cani sciolti, potessero parlare, credo potrebbero insegnarci un sacco di cose. E non dannarsi … l’anima, o forse, il fegato. Enrico, Marta, Ninetto e Cristofaro non gradiscono la pubblicità, desiderano essere lasciati nell’ombra. Peppino, l’orfano siciliano, invece ha mostrato qualche interesse … però lui è sordo dalla nascita … ho capito che legge benissimo il labiale. Alla fine abbiamo sorriso e Mario ansimando e saltellando, come la solito, muoveva la coda. C’era della musica nell’aria: il nostro silenzio. Però, stanotte ho sognato che ero bambino e avevano avvelenato Mario. Piangevo disperato e così anche ho ingerito le altre polpette. Mario era proprio brutto assai: aveva gli occhi a palla e respirava malissimo, sembrava sempre sul punto di morire. Gli volevo bene e anche lui a me. Eravamo inseparabili come il corpo e l’anima. Ma non c’entra niente nè la religione, nè la trascendenza e nemmeno Dio. posso dirlo al cento per cento e anche più.
Libertà, fa come
il vento: spira
ma non morire,
soffia
ma non spegnere.
Sei gli occhi
della mia luce.
Alessandro Bergonzoni
Opere di Edward Hopper
Opere di Louis Ginnett
S29 KnockOut
0242
KnockOut – ultimo round
Lo scavo degli occhi ascendono nere spirali.
E del cuore la luce, appostata dietro la nuca.