Incipit di un capitolo di un ipotetico ma anche probabilissimo romanzo che non è come la costruzione di un amore. (Infatti non tutti gli amanti fanno come Simenon che zacchete! e ti scrive un romanzo di una storia piena di tensioni e atmosferiche noir.) Oddio -, nel senso non spirituale di Dio delle religioni che non fanno altro che dire che esiste un solo dio, con la lettera maiuscola, e poi, rieccoli a scannarsi come si fa con l’agnello dicendo che con mani di sangue dire che parlano a nome del Signore Dio tuo -, ma che potrebbe anche essere; ma questo è sempre con il senno di poi, il senno che sempre lì a saperne più del diavolo, cioè la parte oscura di ognuno di noi, che metterebbe tutto in discussione. Un romanzo è un romanzo perchè non scende a patti con nessuna storia: il romanzo è come uno speacher (cavolo: la trappola del termine straniero), un annunciatore, una giornalista della Tv che racconta i fatti così il romanzo,(altrimenti il romanzo, ma lo stesso scrittore) si monta letterariamente la testa. Nel senso che di una storia non sai ancora un bel niente, se non il fatto, presunto, in cui scoppia l’amore ma anche tutto quello che stagna e ruota attorno alle teste dei protagonisti con tutte quelle smancerie indispensabili affinchè funzioni il plot. E l’iceberg del climax. Certo, la trama. E i dialoghi, specie quelli fulminanti.

Incipit di un capitolo di un ipotetico ma anche probabilissimo romanzo che non è come la costruzione di un amore. (Infatti non tutti gli amanti fanno come Simenon che zacchete! e ti scrive un romanzo di una storia piena di tensioni e atmosferiche noir.) Oddio -, nel senso non spirituale di Dio delle religioni che non fanno altro che dire che esiste un solo dio, con la lettera maiuscola, e poi, rieccoli a scannarsi come si fa con l’agnello dicendo che con mani di sangue dire che parlano a nome del Signore Dio tuo -, ma che potrebbe anche essere; ma questo è sempre con il senno di poi, il senno che sempre lì a saperne più del diavolo, cioè la parte oscura di ognuno di noi, che metterebbe tutto in discussione. Un romanzo è un romanzo perchè non scende a patti con nessuna storia: il romanzo è come uno speacher (cavolo: la trappola del termine straniero), un annunciatore, una giornalista della Tv che racconta i fatti così il romanzo,(altrimenti il romanzo, ma lo stesso scrittore) si monta letterariamente la testa. Nel senso che di una storia non sai ancora un bel niente, se non il fatto, presunto, in cui scoppia l’amore ma anche tutto quello che stagna e ruota attorno alle teste dei protagonisti con tutte quelle smancerie indispensabili affinchè funzioni il plot. E l’iceberg del climax. Certo, la trama. E i dialoghi, specie quelli fulminanti.

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