Una croce deliziosa

Lady Macbeth
Tony Scherman

Una delizia quei tuoi pantaloni.

Vederli muoversi addosso a te.

Sarà la magia della camminata.

Gesti del tuo pianoforte interno.

Come fusi, armoniosi, licenziosi.

Poi, li rivedo indossati da altre.

Anche i pantaloni vogliono te.

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Una croce deliziosa

Vedi mia cara mamma, qui è scritta la storia della mia vita e dei miei amori, tra cui uno su tutti. E quando ci penso ritorno nella forza delle mie viscere e delle mani. Anche quando non ci stringevamo ci sentivamo come le radici all’albero e alla terra. E ricordo la luna di Capri che ci teneva sospesi in cielo tra una miriade di stelle ma stretti, stretti come le onde al mare.

Lucas Dewaele Real Diary (1921)
Vedi mia cara mamma, qui è scritta la storia della mia vita e dei miei amori, tra cui uno su tutti. E quando ci penso ritorno nella forza delle mie viscere e delle mani. Anche quando non ci stringevamo ci sentivamo come le radici all’albero e alla terra. E ricordo la luna di Capri che ci teneva sospesi in cielo tra una miriade di stelle ma stretti, stretti come le onde al mare.

Spesso gli occhi si confondono, pare siano in combutta con il cuore. Anche lui barcolla preso dai tremori laterali dell’anima. E, per un momento, di quantità, tace, come a scorgere i riflessi estenuanti riverberi di luce.

Spesso gli occhi si confondono, pare siano in combutta con il cuore. Anche lui barcolla preso dai tremori laterali dell’anima. E, per un momento, di quantità, tace, come a scorgere i riflessi estenuanti riverberi di luce.

Ormai Genco Fortas era come impazzito. Voleva finire ad ogni costo quel maledetto romanzo dalle atmosfere cupe come un cielo nero sul punto di scatenare l’inferno. C’era un motivo principe, meglio dire tre. E riguardavano la sua esistenza e il futuro. E quella donna. Da lei dipendeva tutto. O la vita stessa e la fine. Di entrambi. E, nel bene e nel male -, più nel male, però -, si prospettava un quadro. Fosco di precipizio.

Ormai Genco Fortas era come impazzito. Voleva finire ad ogni costo quel maledetto romanzo dalle atmosfere cupe come un cielo nero sul punto di scatenare l’inferno. C’era un motivo principe, meglio dire tre. E riguardavano la sua esistenza e il futuro. E quella donna. Da lei dipendeva tutto. O la vita stessa e la fine. Di entrambi. E, nel bene e nel male -, più nel male, però -, si prospettava un quadro. Fosco di precipizio.

Stallo e viaggio

Real diary(1917)Fotografia di Lucas Dewaele

Stallo. Vado di qua o dall’altra parte? Resto fermo: resto, per quanto il treno sia bello e accogliente? Sono qui. Il mondo è qui forse più in là. Oppure altrove. L’oltre è insieme nè orizzonte nè utopia. Resto qui, con il treno, i binari. Così fermi

Movimento e immobilismo. Quando si è fermi solo la fantasia dell’anima( o la sensibilità)permette di viaggiare.

Stallo e viaggio

Recinti. Filosofia spicciola a buon mercato. Nebulosa, vita e corsa dell’esistenza umana

pensieroerealtà: sulla gioia

Pierre Auguste Renoir

Quando si nasce non si può più tornare indietro nella nebulosa della vita. Bisogna vivere o lasciarsi vivere. Perchè il resto … forse il resto di niente -, anche citare il titolo di un bel libro -, il resto è una menzogna. E una volta che siamo nati, adoperarsi, vivere appieno delle proprie possibilità, per scoprire la menzogna. O il resto di niente della menzogna. Vivere vivendo la menzogna. E in certi momenti lasciati al caso ascoltare il controcanto del mare, del vento degli ulivi secolari dell’esistenza umana bardata di anima, anch’essa menzogna di una assenza presenza e perciò invisibile.

Recinti. Filosofia spicciola a buon mercato. Nebulosa, vita e corsa dell’esistenza umana

‘E ccose stanno accussì comme si fosse na canzon’, nu video ‘e nnammurate; scene che nascono e rimangono dint’o film d’a vita toja. Ma niente di più e niente di meno. O forse no, come degli strascichi ecccetera. Per riempire una parte della giornata e scrivere su una pagina di un diario o del blog, mentre tutto scorre.

‘E ccose stanno accussì comme si fosse na canzon’, nu video ‘e nnammurate; scene che nascono e rimangono dint’o film d’a vita toja. Ma niente di più e niente di meno. O forse no, come degli strascichi ecccetera. Per riempire una parte della giornata e scrivere su una pagina di un diario o del blog, mentre tutto scorre.

A gentile richiesta

AniQuadro. I Quadri con l'anima dipinti in digitale e stampati su tela

Il colore arancione di qualsiasi cosa, dalle scarpe, ai pantaloni, alle camicie, ai costumi di mare, alle magliette … da piccolo quel colore lì, lo chiamavo color cocozza. Una volta mia madre mi portò in un negozio di una via affollata e trafficata di Napoli e ci fermammo fuori a un negozio di abbigliamento la cui merce era esposta all’ingresso e anche vari capi che pendevano dall’alto su stampelle e crucce.  Vidi dei pantaloni color cocozza e dopo averlo indossato mamma lo comprò. La domenica mattina mi lavai e indossai i pantaloni color cocozza, però quando ritornai a casa era sporchi perché avevo giocato a pallone. Mamma li lavò, si asciugarono dopo poco perché c’era il sole e faceva caldo. A un certo punto mi chiamò con voce stupita e mi mostrò i pantaloni color cocozza: si erano accorciati della metà. Fu un brutto colpo, però mi piace sempre il colore cocozza.

A gentile richiesta