
Una delizia quei tuoi pantaloni.
Vederli muoversi addosso a te.
Sarà la magia della camminata.
Gesti del tuo pianoforte interno.
Come fusi, armoniosi, licenziosi.
Poi, li rivedo indossati da altre.
Anche i pantaloni vogliono te.
Una delizia quei tuoi pantaloni.
Vederli muoversi addosso a te.
Sarà la magia della camminata.
Gesti del tuo pianoforte interno.
Come fusi, armoniosi, licenziosi.
Poi, li rivedo indossati da altre.
Anche i pantaloni vogliono te.
Stallo. Vado di qua o dall’altra parte? Resto fermo: resto, per quanto il treno sia bello e accogliente? Sono qui. Il mondo è qui forse più in là. Oppure altrove. L’oltre è insieme nè orizzonte nè utopia. Resto qui, con il treno, i binari. Così fermi
Movimento e immobilismo. Quando si è fermi solo la fantasia dell’anima( o la sensibilità)permette di viaggiare.
Pierre Auguste Renoir
Quando si nasce non si può più tornare indietro nella nebulosa della vita. Bisogna vivere o lasciarsi vivere. Perchè il resto … forse il resto di niente -, anche citare il titolo di un bel libro -, il resto è una menzogna. E una volta che siamo nati, adoperarsi, vivere appieno delle proprie possibilità, per scoprire la menzogna. O il resto di niente della menzogna. Vivere vivendo la menzogna. E in certi momenti lasciati al caso ascoltare il controcanto del mare, del vento degli ulivi secolari dell’esistenza umana bardata di anima, anch’essa menzogna di una assenza presenza e perciò invisibile.
Tu sei vento durante il giorno.
La sera sul tardi prepari la notte.
Arrivi all’improvviso. Sei soffio.
Lambisci e carezzi cuore e anima.
Il colore arancione di qualsiasi cosa, dalle scarpe, ai pantaloni, alle camicie, ai costumi di mare, alle magliette … da piccolo quel colore lì, lo chiamavo color cocozza. Una volta mia madre mi portò in un negozio di una via affollata e trafficata di Napoli e ci fermammo fuori a un negozio di abbigliamento la cui merce era esposta all’ingresso e anche vari capi che pendevano dall’alto su stampelle e crucce. Vidi dei pantaloni color cocozza e dopo averlo indossato mamma lo comprò. La domenica mattina mi lavai e indossai i pantaloni color cocozza, però quando ritornai a casa era sporchi perché avevo giocato a pallone. Mamma li lavò, si asciugarono dopo poco perché c’era il sole e faceva caldo. A un certo punto mi chiamò con voce stupita e mi mostrò i pantaloni color cocozza: si erano accorciati della metà. Fu un brutto colpo, però mi piace sempre il colore cocozza.