
In questi giorni ho visto e ascoltato, ma senza intromettermi, coppie che ritornavano da un altro paese europeo parlare, litigare, esplodere e poi soprassedere per quieto vivere o quieto inteso come limite invalicabile di riproporsi a sè e al mondo togliendosi quei vestiti dell’anima ormai logori e a brandelli.
Poco fa, come un illuminazione all’improvviso (probabilmete preceduto da un altro pensiero o da qualche frase detta espressamente, con ciò voglio dire che d’improvviso non c’è nulla e che esiste in altre forme di espressioni … ) ho pensato -, eh! eh! eh! a volte anche a me capita di pensare: nel momento in cui una persona pensa, così facendo cerca di rimare ancorata a sè e nello stesso momento di spaziare, prendere il largo, rinoscersi nell’umanià. -, che nella vita delle coppie fin da quando dicono di essersi innamorate vi siano non solo l’attrazione … estetica, di simpatia e altro, ma, anche addentellati negativi, invisibili e sottopelle, che s’incastrano alla perfezione completando il quadro di quei rapporti, spessissimo malsani che se non si concludono male fanno vivere ancora più male.