Imbattersi in ciò che uno scrittore e un attore hanno scritto e detto pensando alle loro radici reali, fantastiche, oniriche e perciò impossibili.

1. Nella seconda pagina della rivista che sto leggendo J. Borges scrisse: “Ho l’impressione che la mia nascita sia alquanto posteriore alla mia residenza. Risiedo già qui, e poi vi sono nato.”

2. Gli anno Ottanta a Napoli si annunciarono con quel colpo terrificante che è stato il terremoto. Poteva essere l’occasione per rinascere, fu un altro modo per continuare a sprofondare tra retorica e corruzione. Vedevo una città ingabbiata dai tubi Innocenti, un immenso cantiere che in larga parte rimase a lungo tale.Nell’85 presi la decisione di andarmene.”

3. Eduardo De Filippo non se ne andò mai … idealmente … via da Napoli(morì a Roma dove si era trasferito … ma nel tempo, anche la capitale … sarebbe diventata quanto o peggio della città natale …) eppure in un momento(o un’intera vita?)di sconforto a proposito di Napoli disse:” Fujtevenne.”

Forse aveva visto i diavoli citati da B, Croce che abitavano la città.

E oggi a che punto siamo noi abitanti a Roma e a Napoli?

Siamo ormai corrotti anche se non rubiamo e imbrigliamo gli altri?

E la terra detta dei fuochi, ‘a munnezza e le malattie; l’inquinamento nei terreni sono nel nostro sangue.

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Imbattersi in ciò che uno scrittore e un attore hanno scritto e detto pensando alle loro radici reali, fantastiche, oniriche e perciò impossibili.

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