Noir. L’accoglienza dei desideri

“Fermati, ti prego, fermati.”

“Zitta, zitta, statt’ zitt'”,

Nel buio le mani cercano.

“Che staje facenno?”

“Chello ca vuo’ tu”.

“E pur’i’ ‘o voglio”.

“Ma nun te miett’ paura ‘e chello ca putesse succedere”.

“Si, ma nun te movere. Marò, si, me metto paura ‘e chello ca po’ succedere. ‘O saccio ca site na famiglia … ‘e camorra e ca pure ca si vedova a quann accise maritet’, e figlie tuje ce scoprono me fanno ‘a pelle.”

L’incontro carnale era solo sospeso nel tempo, cercava l’occasione per manifestarsi, pericolosamente.

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Noir. L’accoglienza dei desideri

In fondo e sotto ogni cosa

In fondo, pensava Lorenzo passando in rassegna come guardando un film in cui e immagini passano velocemente, è la prima impressione quella che vale quando s’incontra una persona come Caterina. O suo marito, detto l’Emergente, quando era ancora in vita. E con fare spiccio salutava senza mai fermarsi del tutto. O forse i tasselli bisogna poi aggiungerli man mano, quando seppe che una foto grande del marito era affissa al muro e lei diceva: “Da allora se ne sta lì buono buono. Che fortuna, per me”. Tutti hanno dei segreti ma tutti più che altro li dissimulano sotto la coltre del buongiorno, buonasera e così via.

In fondo e sotto ogni cosa

Noir. Incipot ( … lascio l’errore della battitura, pare simpatica) di romanzo noir.

Vorrei vedere voi al mio posto. Ma non dico mettetevi nei miei panni. Sicuramente abbiamo taglie e chili diversi. Il fatto è che quando dico vorrei vedere voi al posto mio è semplicemente per capire come reagireste trovandomi tra due fuochi o meglio tra due forze, probabilmente opposte, che vi tirano di qua e di là. E non solo state lì a farvi strattonare quando in preda alla paura e al piacere e alla trasgressione.

Noir. Incipot ( … lascio l’errore della battitura, pare simpatica) di romanzo noir.

Perennemente a bruciare in un momento

Morivano nel silenzio.

A monte della frastuono e del chiacchiericcio.

Succedeva quando tornavano a casa e rimanevano soli.

Come il riverbero di un clangore muto e lontano, chiuso nel petto.

E lentamente, nel silenzio di cui avevano paura, li vedevi prigionieri

di un sonno profondo, inerte.

E li vedevi morire in un sogno perenne, lentamente.

E c’era una musica di nenia conturbante che li accompagnava

da vivi nel trapasso.

Era questo il modo di morire con loro, lentamente,

perennemente

E lentamente se ne andava via la vita.

Perennemente a bruciare in un momento

Premessa (e furore)di un guaio grosso assai

Un guaio grosso assai(l’aggiunta del commento musicale deve essere tristissimo, evocativo e con magia toccare le corde interne e non deve avere andamento allegro). Anche perchè, uno/a che piange sul latte versato(Dio santo, statt’ cchiù attient’; ‘o mangià costa)di certo, è anche in balia del trapasso delle spoglie mortali, ecco. E niente.

Un guaio grosso assai,

forse irrimediabile:

nessuno crede a se stesso/a.

Ecco allora aggrapparsi

come naufraghi al pezzo

di legno, o peggio ancora,

al salvatore di turno che si

tuffa per riportare,

il malcapitato/a sulla terra

(anche lei)inferma e anche lui,

il salvatore o presunto tale,

rovinosamente,

come un peso morto, va giù.

Il guaio grosso assai:

nessuno si stacca da se stesso/a.

Ciò comporterebbe,

ma per l’amor di verità,

senza tirare in ballo e

coinvolgere Dio nè altre

castronerie(mai usato

tale termine: c’è sempre

una pria volta e perciò);

poter guardare

colui o colei(cioè tu) che si muove

in questa radiosa valle,

in cui tutti usano,

inopinatamente, le povere,

commosse irrefrenabili lacrime.

Premessa (e furore)di un guaio grosso assai

I libri, fateci caso, sono di una specie

I libri, fateci caso, da fuori sono di una specie che non li puoi scambiare per il tram, il filobus e un pullman a due piani ma anche a uno se è per questo, quelli che forse li fa diversi, forse non sono il numero delle pagine e perciò il peso specifico, piuttosto i punti, le virgole, i due punti e potrebbero essere decisivi il punto e virgole; oddio, ci sono di tanto in tanto le parentesi, generalmente tonde. Il resto può non starci ma però corre il vento e i giorni.

I libri, fateci caso, sono di una specie