Quali sono i tuoi sport preferiti da guardare e giocare?

Il gioco è la manutenzione del giardinaggio umano.

Fin da bambino volevo giocare perchè attraverso il gioco con i miei amici del vicolo vivevamo la vita contro le mancanze e le costrizioni. Se a casa tua manca il sole e il cielo e altro esci e mettiti a giocare. Noi uscivamo e giocavamo con tutta la vita. Dopo devi continuare a giocare altrimenti la vita si è stutata e da adulto sei tutto stazzonato non solo nei vestiti ma nel cuore e la pelle diventa come quella dei coccodrilli: dura. Nel gioco si vede se sei generoso non solo nei più bravi ma anche le riserve fanno le rughe anche se giovanissimi. C’erano due riserve che erano alquanto scarse però si portavano le merende in mano. A quel punto facevo entrare prima uno e poi l’altro. Loro erano contentissimi di entrare in campo ma prima li lusingavo dicendo che con loro vincevamo. Sergio Combo e Ciccio Nardo mi consegnavano le loro marenne una con il filoscio e l’altra con sasicce e friarielli. Così a quel punto io ero ancora più felice, anche se perdevamo la partita. Spesso è così per tutta la vita; si entra, si esce, si perde.

Giochi, osservi giocare e se hai fortuna, mangi pure.

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Quali sono i tuoi sport preferiti da guardare e giocare?

Scrivi del tuo primo computer. Quando comprai il mio primo computer sapevo usarlo solo per scrivere e in sostituzione della vecchia macchina Olivetti per i miei futuri capolavori narrativi. Ma il mio primo computer è legato a una vera tragedia. E al mio principale se non unico lavoro letterario fatto di tentativi e scarabocchi ma pur sempre il “mio” travagliato carissimo manoscritto. Per colpa di quel figlio di buona madre di mio figlio. Incendio il computer o se lo fece rubare quando lo portò da una sua amica? Macché! No, assolutamente no. Il bastardo fece di peggio. Così quel mio lavoro più importante che mi avrebbe arriso notorietà, fama e denaro a catinelle sparì nel nulla. Cosa accadde? Con una cliccata sbagliata. E addio sogni di gloria di un contratto milionario con almeno dieci case editrici che erano lì a farsi le scarpe e a sbranarsi. Andammo anche da un genio del computer per recuperare quel mio irripetibile incredibile capolavoro: niente! nulla! La disperazione travolse e annichilì la mia splendente aura nata e cresciuta con il manoscritto ma come rimediare: che fare? C’era una sola strada da percorrere se avevo le palle: c’erano ancora, perchè stavano sul bigliardo e anche perchè non avevo subito nessun asportazione chirurgica nè le aveva tagliate una mia accesissima e vogliosa fans che stravedeva per le mie settebellezze. Imperativo assoluto: riscrivere … il capolavoro. Perchè se Dio esisteva davvero e non a sermoni, prediche e salamelecchi e il ritorno del figliol prodigo l’ultima cosa che avrebbe voluto, addirittura comparendo in prima persona(e senza le altre due)era(ciò per appararsi con Adamo e Eva) applaudire il mio grande splendido immenso impareggiabile ca po la vo ro.

I computer sono pieni di capolavori mai nati.

Scrivi del tuo primo computer. Quando comprai il mio primo computer sapevo usarlo solo per scrivere e in sostituzione della vecchia macchina Olivetti per i miei futuri capolavori narrativi. Ma il mio primo computer è legato a una vera tragedia. E al mio principale se non unico lavoro letterario fatto di tentativi e scarabocchi ma pur sempre il “mio” travagliato carissimo manoscritto. Per colpa di quel figlio di buona madre di mio figlio. Incendio il computer o se lo fece rubare quando lo portò da una sua amica? Macché! No, assolutamente no. Il bastardo fece di peggio. Così quel mio lavoro più importante che mi avrebbe arriso notorietà, fama e denaro a catinelle sparì nel nulla. Cosa accadde? Con una cliccata sbagliata. E addio sogni di gloria di un contratto milionario con almeno dieci case editrici che erano lì a farsi le scarpe e a sbranarsi. Andammo anche da un genio del computer per recuperare quel mio irripetibile incredibile capolavoro: niente! nulla! La disperazione travolse e annichilì la mia splendente aura nata e cresciuta con il manoscritto ma come rimediare: che fare? C’era una sola strada da percorrere se avevo le palle: c’erano ancora, perchè stavano sul bigliardo e anche perchè non avevo subito nessun asportazione chirurgica nè le aveva tagliate una mia accesissima e vogliosa fans che stravedeva per le mie settebellezze. Imperativo assoluto: riscrivere … il capolavoro. Perchè se Dio esisteva davvero e non a sermoni, prediche e salamelecchi e il ritorno del figliol prodigo l’ultima cosa che avrebbe voluto, addirittura comparendo in prima persona(e senza le altre due)era(ciò per appararsi con Adamo e Eva) applaudire il mio grande splendido immenso impareggiabile ca po la vo ro.

Di cosa ti lamenti di più? Del fatto che molti se non la stragrande maggioranza dei pensieri non fanno altro che lamentarsi. In fondo i pensieri sono invisibili e non hanno a che fare con la materia; potrebbero starsene tranquilli e trovare pace e serenità come sono lamenti pietrificati.

I lamenti in fondo sono materia pietrificata: non si sciolgono mai per andar via.

Di cosa ti lamenti di più? Del fatto che molti se non la stragrande maggioranza dei pensieri non fanno altro che lamentarsi. In fondo i pensieri sono invisibili e non hanno a che fare con la materia; potrebbero starsene tranquilli e trovare pace e serenità come sono lamenti pietrificati.

Noir. La morte, Dio e l’umanità, tutta, nessuno escluso.

La morte, Dio e l’umanità, tutta, nessuno escluso. Altrimenti non c’è sfizio perchè la storia quando si ripete è una farsa. E, guarda te, ci sono personaggi all’occorrenza. In pratica, il gioco non vale la candela come si suol dire, anche se la candela si consuma lentamente. Se il gioco non vale la candela perchè mai insistere se le tragedie sono sotto gli occhi di tutti, persino e innanzitutto dei bambini e ironia della sorte della maggioranza dell’infanzia. Furbastro. E’ più innocente un rinoceronte che tu. Non si direbbe che Rino, così chiatto poi, e non certo un Adone, abbia la pelle così delicata da farlo rimanere sempre in acqua. Furbastro e Furbastri?

Noir. La morte, Dio e l’umanità, tutta, nessuno escluso.

In che modo la morte cambia la tua prospettiva?

La morte è molto sicura di sè, perchè finchè ci siamo noi lei è immortale.

La morte è molto presente tra noi vivi, anche se fra noi vivi, molti sono come morti. Anch’io a volte sono morto, poi mi sveglio e sono di nuovo vivo. E spesso penso che ci sono molte vite e molte morta in ognuno di noi ma non ce ne accorgiamo perchè siamo distratti come quando usiamo il telefonino. Diciamo che molto probabilmente non è colpa dei vivi i quali non sanno di condurre una vita spenta proprio come quando si passa dall’altra parte sotto terra e altro. Infatti, quando uno muore si vede: sta lì tutto stecchito che il viso è super liscio che non c’è assolutamente bisogno di un lifting e nè delle punture di acido ialuronico che riempie i vuoti ma non certo i vuoti dell’anima e nè dell’allegria. Oggi la morte è molto presente perchè ci stanno le televisioni, le radio e i social in cui la gente anche se è sempre più sola ma connessa. Se una persona ammazza un’altra persona subito si viene a sapere. Poi ti vengono a parlare della privacy. Una vera idiozia. La morte non è nè idiota e nè idiozia. La morte per quanto molto popolare e assai discreta e non invade mai il campo in modo scriteriato e approssimativo. A volte la morte avvisa e non va oltre. Altre volte non dipende da lei: siamo noi che le prepariamo il terreno. Altre volte la morte non c’entra niente con molte vite. E’ come quando gli animali si mangiano tra loro avvertendo quello più debole ed esposto. La morte è molto sicura di sè, perchè finchè ci siamo noi lei è immortale. E insieme alla morte anche Dio farà baracca e burattini. A volte la morte avvisa e non va oltre. Altre volte non dipende da lei: siamo noi che le prepariamo il terreno. Altre volte la morte non c’entra niente con molte vite. E’ come quando gli animali si mangiano tra loro avvertendo quello più debole ed esposto. La morte è molto sicura di sè, perchè finchè ci siamo noi lei è immortale. E insieme alla morte anche Dio farà baracca e burattini. Mi fermo qui per non scatenare le ire sia del Creatore che della Signora in Nero.
In che modo la morte cambia la tua prospettiva?

C’è Osvaldo Delimo un mio personaggio che quando parla dice: “Quando leggo un libro e poi vado al camposanto a trovare la mia giovane e bellissima moglie, mi viene voglia di fare all’amore.” Carla sorride. Mi vedo con Nora: le somiglia come una goccia d’acqua. Mi vergogno a dirlo ma, Mi sento come un albero dal quale sbocciano continuamente dei fiori. Sono ancora di questo mondo? chiedo. Nell’anima ho ancora le note ossessive della sua musica da cui germogliano i diffusi frutti della terra.

C’è Osvaldo Delimo un mio personaggio che quando parla dice: “Quando leggo un libro e poi vado al camposanto a trovare la mia giovane e bellissima moglie, mi viene voglia di fare all’amore.” Carla sorride. Mi vedo con Nora: le somiglia come una goccia d’acqua. Mi vergogno a dirlo ma, Mi sento come un albero dal quale sbocciano continuamente dei fiori. Sono ancora di questo mondo? chiedo. Nell’anima ho ancora le note ossessive della sua musica da cui germogliano i diffusi frutti della terra.

Quali libri vuoi leggere? Fra una cosa e l’altra un mucchio. E nonostante ne scelga e ne compro un po’, vedi gli e book, i libri comunque costano troppo. Questa esosità non avvicina le persone alla lettura, che fa vivere più vite, le allontana.

Un libro sono le altre te vite che non hai vissuto.
Un libro che non si compra è una rassegnazione.

Quali libri vuoi leggere? Fra una cosa e l’altra un mucchio. E nonostante ne scelga e ne compro un po’, vedi gli e book, i libri comunque costano troppo. Questa esosità non avvicina le persone alla lettura, che fa vivere più vite, le allontana.