Pallodoro o la città di Edgardo Filiberto Mastrillo

A casa, casa poi, di Edgardo Filiberto Gian Filippo Mastrillo v’era in quell’unica stanza assenza, la penuria la faceva da padrona, di quaderni, penne e libri perciò che poteva sapere anche perchè la domanda non se la poneva per niente? Eppure quando Edgardo usciva o rientrava in quel minuscolo accasamento, si muovevo come se sapesse, ma poi scoprivo che non sapeva, così una delle poche cose che faceva era chiedere. Sua madre lo guardava e diceva: “Devi sapere che le cose hanno il loro per tempo comparire.”

Edouard Boubat

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Pallodoro o la città di Edgardo Filiberto Mastrillo

Il paradosso del volto di una e cento vite

Nell vita e, in quella altrui, ho sentito la parola volto assai meno di viso per non dire faccia. E assieme a volto ma non a viso e faccia associare un altra parola quella di santo. Allora esce fuori o si presenta da sè il volto santo quello più noto per eccellenza.

Ma chi oggi, adesso, mentre parliamo o stiamo zitti, per scelta o per paura, chi, ammessa la strada della santità, è un volto santo?

Il volto santo è solo uno o forse più ribaltando l’individuo, l’uno originario a cui è stato incastrato il volto santo? Chi potrebbe essere il volto o i volti santi? Persino uno pericoloso ma perbene e all’apparenza un feroce assassino o addirittura un prezzolato?

Il paradosso del volto di una e cento vite

“Tieni a mente il mio fondo schiena.” disse Elena a Rudi. Era lì che Rudi pregava inginocchiato. E lei generosa dispensava. Fu l’ultimo giorno in cui si videro. Lei ogni notte entrava nei sogni di Rudi che decise che non avrebbe mai più dormito. Riprendere la strada è sempre necessario come negli incubi.

“Tieni a mente il mio fondo schiena.” disse Elena a Rudi. Era lì che Rudi pregava inginocchiato. E lei generosa dispensava. Fu l’ultimo giorno in cui si videro. Lei ogni notte entrava nei sogni di Rudi che decise che non avrebbe mai più dormito. Riprendere la strada è sempre necessario come negli incubi.

Ginecologia e varie.

Accompagni una fidanzata, una moglie e un’amante e quello dice:”Si toga la gonna, si spogli, si sieda o si sdrai e fatemela vedere.” E loro si abbassano i pantaloni, la gonna o l’intero vestito regalatole da poco e subito acconsentono. Una cosa veramente strana e senza la minima opposizione. E gliela fanno vedere, persino toccare e addirittura esplorare, infine, devi anche sborsare dei soldi. E’ usanza in questo luogo chiamato studio è che devi portare tu le ragazze e le signore che lui desidera vedere, anzi, visitare. E altra cosa strana, lui quel signore in camice bianco che stabilisce il prezzo. E salutandolo gli dici: “Dottò, grazie assaje.” E lui beato ti sorride. A me capita che per ammirarla nella sua gloria ho sudato sette camicie e mi dicono: “Dai, sei proprio uno sporcaccione.”

Ginecologia e varie.

Il lavoro, la vita e il piacere di vivere che volge al peggio.

Il lavoro per piacere dovrebbe avere due caratteristiche ben precise, addirittura matematiche. La spontaneità di scelta, appena si entra nel mondo, sicurezza, bravura e piacere con cui si esercita. E questo fa si che non si risenta della fatica, eppure sapere che oltre un certo limite non bisogna andare: c’è la vita fatta d’altro che ci aspetta e invita a godersela, beninteso senza ostentazione, pacchianerie e buffonate. Dopo questa premessa per non dire panegirico, vorrei svolgere il lavoro di Dio … specialmente se Lui esiste davvero, prova del nove alla mano, tipo sbagliare fino a dieci, dopo di che ti mozzo le orecchie e le mani e pure altro, specie se tramite i furbacchioni, Egli è solo una Figura di Spavento e Rifugio. Poi succede che chi ha più armi al suo arco sa usare tutti gli strumenti materiali, intellettuali, culturali e dialettici per inchiodarti al mero destino: in fondo il destino di te e di lui se proprio tu. Quanti possono decidere il lavoro, la vita e il piacere di viverla, anche con poco, se da un lato quel poco è tolto e non essere presi in giro? C’è chi parla della vita come un dono. Benissimo, ma ogni vita ha i bisogni essenziali da soddisfare. Con lieve dignità. Ma per molti, che stranezza è poi questa, è estremamente difficile persino una vita fatta più che altro di sacrifici. C’è chi è sordo, cieco e nonostante abbia gran voce tace e se non tace fa parlare altro. La vita per alcuni, per certi bambini … è morte già .. nel grembo.

L’amore è un lavoro che non si sceglie.

Il lavoro, la vita e il piacere di vivere che volge al peggio.

I personaggi dei libri hanno quasi sempre quell’aria un po’ così a largo spettro e in uno in particolare eccellono. Quasi a rifarsi dei torti, le ingiustizie e le mezze felicità della vita. Per Mirna non era affatto così: lei così svagata e misteriosa. E quel viso bellissimo che contrastava con timidezza e ritrosia. Il suo corpo oltre a essere armonioso in tutte le linee odorava. E non subire la sua luce resa accecante ancor più dal silenzio era come sfidare il mare in tempesta in cui non sono taverne.

Cartier Bresson

I personaggi dei libri hanno quasi sempre quell’aria un po’ così a largo spettro e in uno in particolare eccellono. Quasi a rifarsi dei torti, le ingiustizie e le mezze felicità della vita. Per Mirna non era affatto così: lei così svagata e misteriosa. E quel viso bellissimo che contrastava con timidezza e ritrosia. Il suo corpo oltre a essere armonioso in tutte le linee odorava. E non subire la sua luce resa accecante ancor più dal silenzio era come sfidare il mare in tempesta in cui non sono taverne.