I padri mettono al mondo i bambini e poi si lasciano, in un modo o nell’altro, morire dalle malattie(o dall’amore?) come veri fessi. Dio, almeno così è scritto e molti lo ripetono, ha sacrificato suo figlio sulla croce. A questi padri quà non bisogna giustificarli. E tantomeno assolverli dalle loro secolari incapacità, anche se si pentono e chiedono, sconsideratamente, con le lacrime agli occhi, il perdono, addirittura, eterno. Come se la pioggia potesse cancellare ogi cosa; come quei giornalisti che alla moglie dell’ucciso subito chiedono:” Lei è disposta a perdonare l’assassino?” E la poverina a dire: “Cazzo, fammi almeno respirare. Sono ancora sotto shoc e tu subito mi chiedi il perdono. Per chi mi hai presa per un ache mette al mondo i bambini e poi li vende e dopo le vengono i sensi di colpa?” Vadano tutti all’inferno: lì impareranno la lezione, si vociferare tsulle scale dei palazzi. Sperando che i figli diventati padri non imitino quei predecessori che impazzivano a essere chiamati Papino. Ma eccoli tutti in serie: padri tatuati, vestiti di griffe, alla guida di auto truccate e i telefonini usati sfrecciando fravicoli e strade. E con i vigili urbani che li imitano.

Paul Cezanne