Era un doppio segreto il mio primo libro. Innanzitutto non esisteva e a quel punto dovevo inventarlo. Nei libri, disse Matilda che era bellissima ma anche questa fu una scoperta, ci sono stampate un sacco di parole e i pesonaggi parlano: però, disse interrompendosi, sono silenziosi. D’improvviso sentii qualcosa al giù che si mosse. A casa non ne avevo pure a scavare. E poi c’era poco da scavare. Era meglio se scavavi in te, ma era difficile perchè non sapevi di te e della tua famiglia e della gente del vicolo anche se li vedevi ogni giorno. Scoprii i libri quando mi recavo da Giovanni e Matilda che abitavano nel palazzo delle guardie del commissariato ne vedevo un sacco sulle mensole che loro chiamavano libreria. Di nascosto da tutti incominciai a farne uno con le mie mani. Anche se non sapevo leggere.Però a settembre mamma mi disse che per me iniziava la scuola elementare. Non avevo letto mai un libro. Giovanni e Matilda invece avevano quelli in cui c’erano anche le figure e i disegni. Loro fra un gioco e l’altro dicevano di sfogliarli e guardare. Era una cosa che non mi sapevo spiegare perchè anche senza saper leggere ci entravo dentro. Ai miei mugulii e ai miei stupori loro sorridevano. Fu a quel punto che decisi di farmi un libro da solo.Quando potevo o raccoglievo pagine per la strada o senza farmene accorgere di nascosto strappavo le pagine però a quei libri che Gianni e Matilda non usavano. Andavo a casa e le pagine strappate le mettevo in un posto nascosto.Come copertina trovai dei compensati disegnati che trovai nella spazzatura al pontone del vicolo e in cui infilavo le pagine nche quelle dei giornali taglati a quadratini. Pure se non sapevo ancora leggere avevo una compagnia al completo. E quando facevo finta di leggere per un richiamo mistrioso mi mettevo a testa in giù e i piedi all’aria: in quel modo mi incamminavo tra le parole.
Storie d’amore
Occhi di sole
Aspettare è un sogno.
Sognare sarà di notte.
E di giorno la semina.
Nel cammino la notte.
E cosi gli occhi di sole.
A sera, astrigniteve ‘a currea. E durmite a panza sotto.
Abbastanza da fare varie esperienze. Alla fine, se ne esci, a meno che qualcuno in particolare non ti piaccia, è una cosa assai utile: diciamo, come si suol dire, ti forma.Un giudizio ambiguo, direi. I vari masti, maestri di fatica, ti ripetevano che anche se a fine settimana o mese non ti pagavano, non importava perchè loro ti insegnavano ‘o mestiere.Anche se ti facevano il culo a cappiello di preveto, tu almeno incassavi che imparavi: belli cazzi.Semmai a casa tua aspettavano che il sabato portavi un po’ di soldi quelli se ne usciivano che ti imparavano ‘o mestiere: coppele ‘e sta minchia, penzavi nquartato.Mi sfrutti e mi pigli pure per il culo. E un’altra cosa che ti dicevano era: “Guagliò, arruobeto ‘o mestiere.” Srà pure comme dicite vuje, ma vuje masti, m’avite futtute ddoje vote. E stasera a casa che facimmo?Astrignite ‘a currea. E durmite a panza sotto. ‘A vita è na rota: gira. Aiere, dimane, dopporimane e oggi gira, gira, gira.
Se la luce
Se il giorno rischiara.
Gli occhi frugano là.
Se l’altro ieri quieta.
Le mani sopra il buio.
Se il respiro emoziona.
La luce cercherà di più.
Il canto
Ciò che la tristezza
canto del cuore
la poesia dispiega.
Un tesoro
luccica l’oscurità.
I velieri
dell’anima il nido.
Il sorriso
nei languori gli occhi.
Noir. L’amore fra Neda e Dario
Il cosidetto tradimento che marcia inesorabile è nelle famiglie. Lì, si presume, si respira amore. Almeno finchè dura. Questa è lo scudo migliore che si sceglie per difedere la famiglia. Nelle due versioni anche per Neda e Dario era iniziata così. E poi si cerca sempre, almeno agli albori e anche per molto tempo,di rimediare, incollare i pezzi andati in frantumi. La colla in genere sono ripensamenti, baci carezze e perono.
Al vento i nostri sogni
Rimane il vento.
Possiamo affidargli
i nostri sogni.
Da qualche parte
niente
sarà come prima.
I mari alzeranno
le onde dispari
e la terra
dalle viscere
tremerà
in quelle pari.
E il vento ci cullerà
nei suoi feroci
abbracci di passioni.
Quanno Gesù fuie costretto d’e fedeli mmiscate ‘o popolino addò ce steveno pure parecchi borseggiatori, approfittatori e figlie ‘e ntrocchie ca mettevano ‘e mmane dappertutto, isso, Totore tutto nqurtato dicette: “Neanche muorto pozzo sta quieto. In verità vi dico che stavo bello fresco llà dinto.” E i maligni dissero che aveva preso qualcuno a maleparole. E non possiamo certo dire chi.
Tutto alle spalle del presente
1 La carta è solo carta, non ha ptretesa d’essere immortale nè foriera di trasformazione nè di alchimia nè reale.
2 La storia è come l’acqua della pioggia: cade e scorre si unisce alle foglie e si appantana in lacrime sospese.
3 Cavalcare le onde è difficilissimo anche se bello a vedersi. Rimanere avvinti altrettanto. Resta tutto sospeso.
4 Bisogna stare attenti a barare con l’acqua e il fuoco perchè come in una magia dopo spunta il magro deserto.