
In bianco e nero la fotografia e così raccolti i capelli neri la giovane donna come la rosa dice rosa, nasce, dice rosa.

‘O cuorpo ‘e sirena,
ammaliatrice d’a voce ‘e canto,
bellezza ca facette mpazzì tanti
guagliune e uommene, pure
zoccola carnale e seducente,
ma zezzosa dint”a ll’anema
pecchè nun avette ammore
‘a chillu farenelle ‘e ll’itacese
ca teneva pe mmane
ati femmene perdute d”e catene
‘e ll’ammore celeste ‘e mare
e scuro scuro comm”o core.
Sentì ll’anema ‘a sotto e ncoppo comme nu viaggio cu ll’uocchie chiuse pe vedè dint”o scuro.
E’ una motilità essenziale, data per scontata, ma, difficile. Spesso ci sono degli intralci. E allora i danni e il fastidi sono numerosi. E anche senza volerlo bisogna prendere delle decisioni. Fino a che una certa cosa, un dato, un risultato o una caduta di piccoli dei, allora si può aspettare e tergiversare ma giunge il momento del passo successivo. E non puoi nasconderti anche standone sulle sulle tue. E qualcosa ti urla dentro e feroce ti straccia le carni. E nulla è più semplice, netto e misterioso della lama sull’abisso dell’incertezza.
…E poi non è vero che le donne non le si capisce. Siete libri piene di pagine che non solo non vengono lette, si crede che siano pagine bianche, ma spesso sono pagine non scritte … la scrittura… sulla pelle e dentro la pelle, per capire cioè leggere le donne, avviene su due piani … i pensieri non espressi ma innanzitutto la pelle, mentre invece, la mano con le dita sono solo strumenti, mezzi per valorizzare i pensieri e tutta la pelle centimetro dopo centimetro. Solo quando i pensieri e la pelle di una donna camminano insieme allora la donna è compresa e probabilmente completa. Sono i fulcri lavici e incandescenti delle donne. Anche quando la lava non si vede.
Opera di Siegriefed Zademack
Io sono il piccolo di cuculo e di me dicono, specie gli esseri umani, che sono un figlio di puttana e che mia madre sia una vaiassona. Mi chiamano così non perché mia madre sia una zoccola che si chiava tutti i maschi della sua specie. Dicono che lei sia una troia a tutto tondo ma anche a tutto spigolo e anche a tutto ramo per il fatto che attua uno stratagemma molto semplice ed efficacia per almeno due motivi principali e personalissimi:)Godersi la vita senza costruire un proprio nido in cui deporre le uova, covarle, e poi, sfacchinare avanti e indietro, di qua e di là in cerca di insetti e vermi per nutrire la propria prole con le fauci sempre spalancate e ingorde;2)A nutrire i propri pargoletti ci pensando le altre coppie di uccelli che quella grande zoccola della cucula che al momento di deporre le uova, sbologna, butta giù quelli della coppia che ha costruito il nido e deposte le proprie uova. La coppia che ha deposta le uova è praticamente ingannata al cento per cento … e mai che gli venisse un dubbio vedendo quel grosso uccellaccio nel loro piccolissimo nido colonizzato dalla puttana cuculessa.
In tal modo il risultato è praticamente doppio, altro che la formica e la cicala. Ma tra voi umani come stanno le cose in cui mia madre, mio padre e io siamo protagonisti?
Per saper vedere non bastano gli occhi o come di dice comunemente quattro occhi, e altro, sono meglio di due. Quante volte nelle nostre vite non abbiamo saputo vedere o quel che c’era da vedere non l’abbiamo colto. Eppure siamo noi, individualmente, che indirizziamo oppure no, il nostro superficiale non saper vedere. I libri, la musica, i pensieri e l’amore dovrebbero aiutarci in questo percorso di vita. Tu, poetessa, o la presenza.
I versi delle tue poesie
piene di immagini alate e corporee,
di suggestioni in apparenza radicate
ma fuggitive a ogni introspezione,
andrebbero lette e, recitate,
a viva voce.
Un corpo a corpo con le luci e le ombre
e i silenzi mentre si cammina nei campi dei sentimenti
e le stesse musiche con cui ti intrattieni.